martedì 25 marzo 2014

CORDOBA 2

 2 ) Quando Abd Al-Rahaman I fece costruire le prime 11 campate della moschea sul sito di una chiesa visigota l’architetto di corte, tra i primi fautori della sostenibilità ambientale, decise di utilizzare le colonne del vecchio tempio e di qualche altro nelle vicinanze al fine di evitare dispendiosi ed inquinanti trasporti da cave remote. Poichè le colonne recuperate erano troppo corte disegnò  un sistema geniale di doppi archi sovrapposti per tenere alta la copertura; con questa semplice idea avrebbe connotato per sempre la leggerezza della struttura  e la dinamicità dello spazio interno. La replica costante di questi elementi portanti, in base ad un’unica geometria seriale, ha consentito a quel tempo una forma di semiprefabbricazione dei suoi componenti ed una velocizzazione dei tempi di cantiere, un insegnamento che ai nostri giorni andrebbe riproposto costantemente. Sul piano estetico decise di colorare questi archi di bianco e rosso a fasce alternate, Nouvel li avrebbe fatti tutti rossi e Siza tutti bianchi ma avrebbero sbagliato entrambi. Nel corso dei due secoli successivi tutti gli ampliamenti hanno fatto riferimento alla  medesima formula stilistica,  oggi la moschea contiene 850 colonne e 425 archi sovrapposti bianchi e rossi.













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