domenica 22 giugno 2014

L'HOCKEY SU GHIACCIO

5) L'HOCKEY SU GHIACCIO
                         Mi sono sempre piaciute le partite di hockey per la velocità spumeggiante degli atleti in campo travestiti da supereroi e per i rumori generati dallo sferragliare dei pattini sul ghiaccio e dai colpi della stecca sul disco di caucciù. Un fallo può far perdere un dente e chi sgarra finisce nella panca di punizione, i motivi possono essere molteplici ma quelli che ricordo sono : sgambetto, aggancio o colpo col bastone, carica da dietro, gomitata, contrasto fisico sulla balaustra e questa fa un fracasso infernale, trattenuta del bastone avversario.
Mi è rimasto nella testa il ricordo di una voce dall'altoparlante che diceva .....ha segnato per il cortina rex il numero 14 savaris assistito dal 27 da rin ..........

venerdì 6 giugno 2014

LA GHIANDAIA


Fuori dalla finestra di un albergo sulle dolomiti dove ero in vacanza ho visto una ghiandaia appollaiata su un tronco. La ghiandaia ha una notevole capacità imitativa e spesso, oltre al suo normale grido quando è spaventata, miagola come un gatto ed imita il verso della poiana. Mangia di tutto e, oltre a ghiande, castagne, nocciole, frutta e bacche, divora senza pietà le uova che trova nei nidi. Inoltre cattura tutti gli animali di piccola taglia, compresi i roditori, gli insetti e le lucertole.


mercoledì 4 giugno 2014

LINO LACEDELLI

Lino Lacedelli raggiunse la cima del K2 alle sei del pomeriggio del 31 luglio 1954 assieme ad Achille Compagnoni. L'impresa gli costò la perdita di una falange del dito pollice in seguito al congelamento delle mani. Ci furono ombre sull'impresa dovute al ruolo fondamentale e non riconosciuto ufficialmente di Walter Bonatti che riuscì a stento a rifornirli delle bombole di ossigeno, senza le quali allora non sarebbero potuti arrivare in cima. Per far ciò Bonatti e lo sherpa Mahdi rischiarono la vita costretti a bivaccare una notte intera a 8.000 metri su un gradino di ghiaccio. Alla fine dei suoi anni Lacedelli onestamente riconobbe questo contributo essenziale e il rischio al quale fu sottoposto Bonatti  dichiarando in un'intervista : " Ho raccontato tutta la verità, quella notte Bonatti non trovò il nono campo perché l’avevamo montato in un luogo diverso da quello concordato; Compagnoni aveva voluto così, io avevo insistito per non muoverci più, non sono riuscito a convincerlo; sono andato in colpa anch’io, ma lì per lì non avevo capito che lui non voleva essere raggiunto da Bonatti. "